Un modello di business circolare in linea con i valori della sostenibilità e dell’equità sociale: è quanto propone il progetto Myda Circular Lab, che punta a riqualificare materiali (tessuti e accessori) considerati scarti rendendoli la materia prima per creare nuove linee di abbigliamento e complementi di arredo.
A lanciare l’idea è il team è composto da Daniela Gargiulo, Roberta Rizzo e Stefano Ravelli.
Il progetto si propone di realizzare dei prodotti completamente artigianali, in edizioni limitate, collaborando localmente con aziende, artigiani e sartorie sociali. La proposta si rivolge a quei consumatori più attenti al rispetto per ambiente, lavoro e qualità sartoriale, ma punta anche ad avvicinare a questi temi altri consumatori, proponendo una moda lenta, di design e personalizzata e rendendoli anche parte attiva nella realizzazione del proprio prodotto.
Secondo il team plo sviluppo del progetto potrebbe comprendere tre aspetti: la vendita di capi e prodotti di arredo progettati internamente e realizzati presso sartorie sociali e artigiani qualificati toscani; la vendita del Myda Kit costituito da cartamodello+tessuto e accessori e destinato a sarte, artigiani, studenti; la vendita dei tessuti al taglio o scampoli per lavori artigianali.
I giovani vorrebbero anche dare vita a campagne di marketing basate sulla raccolta di capi usati da destinare allo smaltimento e riciclo delle fibre tessili.