Dare vita a un centro di sostegno psico-educativo per persone in cura da dipendenze, per accompagnarne il percorso verso l’autonomia e il benessere principalmente attraverso progetti di lavoro agricolo.
È l’idea alla base di Cantalupo, la proposta presentata a Smart and Coop 3 dal gruppo formato da Tommaso Casamassima, Silvia Colace, Francesco Consorti e Giulio Bartolo.
Il team vorrebbe strutturare percorsi di reinserimento sociale sostenibili connettendo il processo di cura e la lavorazione della terra e innescando quindi uno scambio virtuoso tra la persona e l’ambiente.
Lo spazio identificato come sede della cooperativa (di tipo A+B, sociale e agricola) e luogo dello svolgimento dei lavori si trova nei pressi di Firenze, una campagna che conta circa 6000 ulivi, e 52 arnie ritenuta il luogo ideale per l’avviamento di progetti ed idee di olivocoltura, apicoltura, coltivazione dell’orto, punto vendita, punto ristoro, percorsi educativi, corsi professionalizzanti, laboratori creativi e terapeutici.
Le competenze chiave del team sono di tipo educativo, psicologico e agricolo.
Perché hanno scelto il modello cooperativo
Crediamo che non esista comunità senza cooperazione. Il modello cooperativo rappresenta democrazia, equità e partecipazione. Condividiamo questi valori e riteniamo che trasmetterli a chi vive in condizioni di marginalità sia necessario per tornare ad essere membro attivo della collettività